Guido Barbujani, genetista, Università di Ferrara
L’ALBA DELLA STORIA. UNA RIVOLUZIONE INIZIATA DIECIMILA ANNI FA
L’autore dialoga con Nicholas Ciuferri
Diecimila anni fa sono successe cose che ancora influenzano il nostro modo di vivere. La genetica e l’archeologia (ma anche la linguistica) ci fanno capire che c’è stata, senza esagerare, una rivoluzione preistorica. Da allora l’ambiente in cui viviamo, il cibo che mangiamo, il nostro aspetto fisico e la nostra struttura sociale non sono più stati gli stessi. Si chiama rivoluzione neolitica: il momento in cui, più che in qualunque altro, biologia e cultura si sono intrecciate, influenzandosi a vicenda e producendo la nostra storia.
È stato nel neolitico che un’umanità in precedenza sempre affamata ha cominciato a produrre il cibo di cui aveva bisogno, e quindi a crescere, e a diffondersi sul pianeta. Nel giro di qualche millennio la rivoluzione è arrivata ovunque, sulle gambe dei rivoluzionari che dalla Mezzaluna fertile, dalla Cina, dall’America centrale e dalle Ande hanno esportato in tutto il mondo i propri geni, le piante coltivate e gli animali allevati.
Abbiamo iniziato ad abbattere foreste, per farne campi e pascoli, modificando il paesaggio; abbiamo smesso di essere nomadi, costruendo villaggi e poi città dove ha preso forma la nostra società, anche in certi suoi aspetti che sembrerebbe difficile collegare alla preistoria. Ma è così: se oggi in Europa molti digeriscono il latte, se abbiamo la pelle chiara e parliamo lingue che si somigliano, è grazie alle migrazioni neolitiche.
Ma non basta: abbiamo cominciato a modificare geneticamente piante e animali proprio allora (certo con scarsa consapevolezza) e non abbiamo mai smesso. Ripensarci, oggi che la consapevolezza è cresciuta, ci permette di ragionare più lucidamente su costi e benefici della moderna ingegneria genetica. Allo stesso modo, ricordare come per millenni l’umanità si sia ripetutamente spostata e rimescolata può aiutarci a osservare con meno ansia le trasformazioni che la nostra società sta attraversando, e a spegnere qualche allarme ingiustificato.
Guido Barbujani è nato nel 1955. Ha lavorato alla State University of New York a Stony Brook, alle Università di Londra, Padova e Bologna, e attualmente è professore di Genetica all’Università di Ferrara. Collabora al Sole 24 Ore, nel 2014 ha vinto il Premio Napoli per la lingua e la cultura italiana, nel 2024 il Premio Pianeta Galileo. Suoi libri sono tradotti in diverse lingue.
Fra i saggi: L’invenzione delle razze (Bompiani 2006 e 2018), Europei senza se e senza ma (Bompiani, 2008 e 2021), Gli africani siamo noi (Laterza 2016), Come Eravamo. Storie dalla grande storia dell’uomo (Laterza 2022) e L’alba della storia (Laterza 2024). Fra i testi narrativi, Questione di razza (Mondadori 2003, Solferino 2023), Lascia stare i santi. Una storia di reliquie e di scienziati (Einaudi 2014), e Soggetti smarriti (Einaudi 2022).